Uno
studio sul significato spirituale del Tabernacolo
- a cura del
Centro Comunitario Evangelico Castellanza (VA) -
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Capitolo 6:
Dove non c'è notte
«Infatti
noi tutti abbiamo ricevuto il battesimo di un unico
Spirito per formare un unico corpo, e Giudei e Greci, e
schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un
unico Spirito»
(1° Cor.
12:13)
1.
Dove il sole non
penetra
2.
Il candelabro d'oro
3.
La sabbia
4. Il
Fondamento
5. Un
unico corpo
6. L'avversario
7. Quando
le lampade si spengono
1.
Dove il sole
non penetra
Nel
capitolo precedente abbiamo visto entrare il nostro amico
nel santuario.
È entrato con franchezza, in ubbidienza a Dio, senza
fiducia in se stesso, ma in piena fede nellOpera
compiuta da Cristo.
Con
profonda riverenza guarda intorno, conscio di
essere alla presenza di Dio in una maniera mai
prima sperimentata.
È entrato in un nuovo mondo dove il sole non
penetra col suo ardente calore.
Assaggia già in parte ciò che sta scritto in
Apoc. 7:1516: «Colui che
siede sul trono spiegherà su loro la Sua tenda.
Non avranno più fame e non avranno più sete,
non li colpirà più il sole né alcuna arsura». |
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Nel santuario non manca soltanto il
calore, ma anche la luce del sole, la luce
naturale nella quale aveva sempre camminato.
Aveva sempre avuto
fiducia nel suo intendimento, nel suo
discernimento ed intelletto, anche per capire le
cose spirituali. Ormai, questa fiducia si è
rotta in lui. |
Coi
suoi bei ragionamenti non aveva mai portato nessuno a
Cristo.
Le
sue belle dottrine esclusive e ben ponderate avevano
recato più danno che edificazione al popolo di Dio.
Con
tutto quello che sapeva non era stato capace di
vivere una vita cristiana vittoriosa.
Ormai sa solo una cosa:
Gesù Cristo e Lui crocifisso (1 Cor. 2:2).
Se
Gesù stesso ha confessato di non poter far nulla
senza il Padre (Giov. 5:19,30),
perché dovrebbe egli essere più forte di Gesù,
facendo tante cose con la propria forza?
Se
Gesù stesso non ha parlato di Suo, ma solo di quello
che il Padre Gli comandava di dire (Giov.
8:28; 12:49-50), perché dovrebbe egli essere
più sapiente di Gesù, ventilando le proprie belle
opinioni?
Se
Gesù stesso non giudicava nessuno da Sé (Giov.
5:30; 8:15-16), perché dovrebbe egli essere
più autorevole di Gesù, criticando i suoi fratelli?
No, ormai non li
giudica e critica più; non giudica più nemmeno se
stesso (1 Corinzi 4:3),
perché sa che è già stato giudicato una volta per
sempre con Cristo sulla croce.
Tutta
la sua sapienza Dio lha resa pazza (1
Cor.1:20).
Ormai
ha solo fiducia nella luce e sapienza dello
Spirito Santo, simboleggiate dal candelabro
doro.
2.
Il
candelabro d'oro
Al lato meridionale
del santuario vi era un candelabro doro
massiccio, un capolavoro darte.
Isaia parla dello
Spirito dellEterno, e poi delle Sue sei
manifestazioni (Is. 11:2):
Spirito di sapienza e dintelligenza
Spirito di consiglio e di forza
Spirito di conoscenza e di timor dellEterno
Durante
il Suo cammino sulla terra, Gesù disse: «Io sono la
luce del mondo» (Giov.
8:12). Era lUnto con la
pienezza dello Spirito Santo.
Gesù disse pure: «Voi siete la luce del
mondo» (Matt.
5:14-16), e queste parole si sono
avverate appieno nel giorno della Pentecoste,
quando lo Spirito Santo discese sui Suoi
discepoli con lingue di fuoco. |
Da allora i sette
Spiriti di Dio non si trovano solo davanti al trono
di Dio ma anche sulla terra. Sono stati mandati
dallAgnello (Giov.
15:26; 16:7; Atti 2:33) e sono
come i Suoi occhi (Apoc.
5:6).
La chiesa è il
candelabro, in cui scorre lolio dello Spirito
Santo e su cui ardono le lingue di fuoco (Apoc.
1:20).
Il
fatto che il candelabro fosse lavorato a martello
(Esodo 25:31)
ci ricorda le sof-ferenze dì Gesù a cui la
chiesa prende parte.
Le mandorle con cui il candelabro era adornato,
ci parlano della risurrezione di Gesù a cui la
chiesa partecipa (Rom. 6:4-5; Filipp. 3:10-11).
Il
mandorlo è il primo albero che fiorisce dopo
linverno e rappresenta, perciò, il messaggero
della nuova vita dopo la morte.
Infatti,
lo Spirito vivifica (Ezech. 37:9-10; Giov. 6:63;
2 Cor. 3:6). Questa luce
vivificante il Signore Gesù la fa risplendere nel
nostro cuore.
Lo
Spirito Santo ci rivela ogni cosa (Giov.
14:26; 16:13), anche le cose
profonde di Dio (1 Cor. 2:9-12).
Egli
è la luce perpetua che non si spegne mai, nemmeno nella
notte quando la luce naturale del sole non cè più
e i sapienti di questo mondo barcollano nelle tenebre
senza sapere dove vanno.
Nel santuario non cè
notte.
3.
La sabbia
La
luce del candelabro ci rende capaci di vedere il nuovo
mondo nel quale siamo entrati.
Sopra
di noi vi è il bellissimo telo multicolore con
cherubini ricamati del quale abbiamo già parlato.
È il Signore Gesù nella Sua gloria
celeste che ci copre.
La
lampada ci dà una chiara rivelazione di tutto ciò che
è Gesù (Giov. 16:14-15).
Sotto di noi
cè ancora la sabbia del deserto.
Adesso
la vediamo non nella luce sfolgorante del sole, ma nel
chiarore dolce del candelabro.
Siamo ancora in questo mondo e il
Signore ha voluto così (Giov. 17:15).
Egli stesso è disceso
su questa terra arida per far risplendere la Sua
luce, e vuole che anche noi Lo glorifichiamo su
questa terra senza sfuggirla. |
Da quando il Signore ci
ha fatto perdere la fiducia che avevamo in noi stessi e
il vanto nelle nostre qualità naturali, è cambiato
anche il nostro atteggiamento verso gli uomini intorno a
noi.
Prima
li consideravamo come peccatori perduti e avevamo
sempre qualche sermone a disposizione da
lanciare verso loro; adesso sappiamo
ancora che sono perduti, ma li vediamo sotto
unaltra luce, la luce dello Spirito Santo.
Egli
ci rivela ciò che Dio vuole fare in loro con la Sua
potenza. Li vediamo sotto la prospettiva della fede,
come fece Gesù (Giov. 6:6; 9:3; 11:4;
Atti 9:15).
Non
li vediamo più sotto laspetto di ciò che sono
ma di ciò che saranno. Una nuova compassione entra
nel nostro cuore (2 Cor. 5:14-16).
Da quando siamo stati
buttati giù dal piedistallo del nostro io,
abbiamo ricevuto una nuova fiducia nellopera
potente di Dio in peccatori come noi (1 Timoteo 1:12-17).
4. Il
Fondamento
Ogni asse del tabernacolo
era sostenuta da due basi dargento. In
totale cerano cento di queste basi che
formavano un solido fondamento per il santuario.
Sappiamo che
il fondamento della casa di Dio è Uno solo:
Gesù Cristo (1 Cor. 3:11) predicato
dagli apostoli e dai profeti (Efes. 2:20).
Largento delle basi si richiedeva da
tutti coloro che erano compresi nel
censimento; ognuno di loro doveva pagare il
testatico per il riscatto delle loro anime (Es. 30:11-16).
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Questo
era soltanto un simbolo del vero prezzo del riscatto, il
prezioso sangue di Gesù Cristo (Matt.
20:28; 1 Pietro 1:18-19) che Egli ha versato sulla
croce.
Tutto ciò che non è stato
edificato sopra questo fondamento non appartiene alla
casa di Dio.
Quelli
che erano compresi nel censimento erano pure quelli
che partecipavano alla guerra (Num.
1:1-3).
Tutti coloro che sono edificati sul fondamento di
Cristo sono pure chiamati alla guerra - non alla
guerra contro loro stessi, ma alla guerra santa
contro il diavolo e le sue schiere.
Strano,
dirà qualcuno, questo parlare di guerra! Pensavo
che eravamo entrati nel riposo come sacerdoti nel
santuario!
Ne parleremo ancora.
5. Un
unico corpo
Alziamo il nostro
sguardo dalla terra, e vediamo intorno a noi le
meravigliose pareti, fatte di assi dacacia
ricoperte doro.
Quando eravamo ancora
delle acacie stavamo lontani luno
dallaltro. Non cera vera comunione.
Appena volevamo avvicinarci ci pungevamo con le
nostre spine. Adesso è tutto diverso.
Come assi stiamo luno a fianco
dellaltro, incastrati insieme, formando una
stretta unità, basata sullo stesso fondamento.Delle traverse ci tengono
insieme: sono i legami dellamore e della
pace
(Efes.
4:3 Coloss. 3:14).
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La luce del candelabro ci
illumina e noi la riflettiamo (2 Cor. 3:18).
Guardandoci
lun laltro vediamo solo loro con
cui Dio ci ha ricoperti. Sotto loro ci deve
essere ancora il legno originale con tutti i suoi
nocchi, ma non lo vediamo più.
Lo Spirito Santo ci fa solo vedere
ciò che Dio ha fatto di noi.
Ciò
che eravamo prima non importa più (2
Cor. 5:16-17).
Gesù
ci ha ricoperti con loro della Sua gloria per
renderci una vera UNITÀ IN LUI (Giov.
17:22-23).
Formiamo
un solo corpo: il corpo di Cristo.
Siamo sparsi dappertutto
sulla terra, e perciò è ancora impossibile a
noi stare tutti insieme fisicamente. La distanza
geografica è lunica cosa che ci impedisce
di raccoglierci tutti insieme.
Perciò Dio ha istituito la chiesa locale, quella
di Gerusalemme, di Roma, di Corinto, dì Efeso,
ecc., in modo che i credenti di ogni luogo si
radunassero tutti insieme per esprimere
lunità del corpo di Cristo e il Suo amore
in loro. |
Ma
no! dice uno, Non è vero! Nella mia
città ci sono almeno dieci chiese di diverse
denominazioni, e tutte dicono di essere la vera! Non
parlarmi di unità!
Già, cosa dobbiamo
rispondere?
È
possibile che il diavolo sia entrato nel santuario per
confondere tutto? In un luogo così santo?
Sì, infatti, lavversario
è allopera in ogni posto, persino nel luogo santo
del santuario. Per ogni tipo di credenti egli ha delle
tentazioni speciali, e i suoi trucchi più raffinati sono
per i più maturi e spirituali.
6. L'avversario
Abbiamo già
accennato che quelli che fanno parte del santuario,
formano un esercito per combattere il maligno.
A
prima vista, questo sembra molto strano. Nella
descrizione del tabernacolo, tutto era così sereno,
pacifico e glorioso.
Non avevamo trovato riposo quando
siamo entrati nel santuario?
La risposta è: SI e NO!
Quando siamo entrati nel cortile abbiamo trovato PACE
CON DIO per mezzo della morte di Cristo
per noi.
Entrando nel santuario abbiamo trovato PACE
CON NOI STESSI per mezzo della nostra
morto con Cristo. Non abbiamo più lottato contro noi
stessi e questo significava RIPOSO.
«Poiché
chi entra nel riposo di Dio si riposa anchegli
dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle Sue» (Ebrei
4:10).
Non aver più fiducia
nei propri sforzi ma solo nella potenza di Dio in
noi, significa RIPOSO ..., un riposo che ci rende
capaci di combattere effettivamente satana!
Cristo ci ha fatti sedere nei luoghi celesti (Efes.
2:6) e questo significa
gloria e riposo in Cristo. |
Questi stessi luoghi
celesti sono anche il campo di battaglia contro gli
spiriti maligni (Efes. 6:10-12).
La
terra promessa è un dolce paese dove scorre il
latte e il miele ..., ma ci sono pure
i giganti da combattere!
Se il diavolo non
riesce ad impedire che accettiamo la PACE CON DIO,
farà di tutto per ostacolarci ad ottenere la PACE
CON NOI STESSI.
Sa molto bene che siamo innocui
per lui fino a quando lottiamo con noi stessi. Ma appena
siamo entrati nel santuario, accettando la nostra morte
in Cristo e la Sua vita in noi, la guerra si scatena! Non
siamo più innocui per satana, ma molto pericolosi.
Per questa ragione, satana fa di tutto per distruggere il
tempio di Dio. Meno male che non ci riuscirà mai! (Matt. 16:18).
Egli attacca in
molti modi, usando persecuzioni e tentazioni di ogni
genere, dalle più sottili alle più grossolane.
Cerca di far uscire dal santuario quelli che sono
già entrati, dicendo:
Vuoi dire che
sei morto in Cristo? Guarda un po la
realtà! Sei ancora vivo e vegeto, non cè
niente doro. Guarda coshai fatto oggi!
Infatti, anche quelli che sono
entrati nel santuario possono cadere; dovranno ancora
spesso ritornare alla conca.
Questo
non prova che non siano morti; la loro morte è
certa come quella di Cristo (2 Cor. 5:14)
La loro vittoria sta nella
FEDE con cui accettano questo fatto.
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A un altro,
lavversario dice: Vedi quel fratello?
Non è mai entrato nel santuario come hai fatto
tu. Non ha avuto unesperienza così e così
come te.
Dice anche: Tu hai un cuore
rotto, la tua vecchia natura è morta, ma lui è ancora
tutto intatto! Nondimeno ha un posto più importante
nellassemblea di quanto non lo abbia tu.
Può anche darsi che ci
siano elementi di verità in ciò che dice; ma
guai a coloro che lascoltano e lo accettano! |
In sintesi, il
diavolo raggiunge il suo scopo facendoci guardare la VECCHIA
NATURA (nostra e altrui), in
modo che dimentichiamo ciò che
noi (e lui) siamo IN CRISTO.
Così ci trascina o nella
disperazione o nellorgoglio spirituale.
Invece, dobbiamo
vederci nella luce dello Spirito Santo, che illumina
la gloria di cui Dio ci ha coperti.
Davide fece così
con Saul (1 Sam. 24:7; 26:9)
e dobbiamo essere fermamente decisi ad agire allo
stesso modo (2 Cor. 10:17; Matt.
5:22).
Ancora più
importante è guardare spesso in alto, alla
meravigliosa tenda con i cherubini che ci copre:
GESÙ CRISTO, IL GLORIOSO VINCITORE.
7. Quando
le lampade si spengono
Le sette lampade
ardenti nel cielo non perderanno mai il loro
splendore.
LAgnello non
cesserà mai di mandare i sette Spiriti sulla terra a
fare la Sua opera potente.
Nondimeno
è vero che le lampade possono spegnersi nel nostro
cuore e nella nostra chiesa (Matt. 25:8).
Il
candelabro può essere tolto (Apoc.
2:5) quando abbandoniamo il nostro
primo amore.
Possiamo
contristare lo Spirito di Dio per mezzo delle parole
cattive che escono dalla nostra bocca, per mezzo
della nostra amarezza e il nostro rancore (Efes. 4:2932).
Possiamo
spegnere lo Spirito con la nostra ingratitudine e
scontentezza, e sprezzando le Sue rivelazioni (1 Tess.5:1622).
Quanto grandi sono le tenebre quando
la luce non cè più!
Non vediamo più il fondamento, le
pareti doro, la sabbia e la gloriosa presenza di
Cristo sopra noi.
Bisogna curare le lampade e per
questo scopo cerano a fianco del candelabro gli
smoccolatoi (Es. 25:38) per
tagliare le parti nere delle moccolaie.
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Antichissimo
smoccolatoio con forbici
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Dobbiamo permettere
a Gesù di tagliare via dal nostro cuore ciò che fa
fumare la luce.
Tale
operazione può essere dolorosa, ma dobbiamo
ricordare che gli smoccolatoi nella mano del
nostro Maestro sono anchessi di oro puro e
che Egli non si sbaglia mai nel tagliare.
Arrendiamoci dunque nelle mani di
Colui che non vuole che il lucignolo fumante si spenga!
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